Tears, Moataz Nasr, 2004

Moataz Nasr è oggi una delle figure più interessanti emerse dal contesto dell’arte egiziana contemporanea.  Premiato nel 2002 alla Biennale di Dakar e presente all’ultima Biennale di Venezia nella sezione Smottamenti,  Nasr ha recentemente  esposto nella grande mostra al Kunstpalaast di Düsseldorf l’installazione One Ear of Mud Another of Dough, opera con la quale si è aggiudicato il Gran Premio della Biennale del Cairo nel 2001. 

Il suo lavoro ha conquistato la scena internazionale in un paio d’anni soltanto: usando di preferenza strumenti espressivi semplicissimi, Nasr nelle sue opere sviluppa sempre una raffinata combinazione di istanze politiche o sociali, richiami a materiali tradizionali del mondo arabo e improvvise aperture poetiche piene d’emozione. “Cerco il punto in cui i condizionamenti che mi arrivano dal mondo esteriore incontrano l’interiorità profonda, diventano mie necessità”, dice. “Il mondo arabo ora sta vivendo uno dei momenti più problematici di tutta la sua storia. Ma essere caduti così in basso è la premessa per poter ricominciare a crescere. Chi è all’apice della potenza e dello sviluppo non può che declinare. L’Europa, per esempio, ha imparato tanto dai propri errori: senza aver vissuto le due guerre mondiali non potrebbe muoversi oggi su un cammino di integrazione e di crescita vera”.

Moataz Nasr è nato ad Alessandria d’Egitto nel 1961, stabilendosi poi al Cairo dove vive e lavora. Negli ultimi due anni si è rapidamente affermato sulla scena internazionale dell’arte contemporanea, divenendo oggi uno degli artisti più rappresentativi e interessanti emersi nel contesto egiziano. Premiato nel 2002 alla Biennale di Dakar e presente nella LII Biennale di Venezia nella sezione Smottamenti, Nasr ha recentemente esposto alla XXVI Biennale di Sao Paulo.

Il suo lavoro combina di preferenza l’uso di elementi espressivi semplici e materiali tradizionali del mondo arabo a tecniche multimediali come il video o l’elaborazione digitale, che non viene mai usata in modo isolato ma sempre articolata entro un contesto 

“Generalmente, provo a lavorare su idee che toccano il pubblico, su lavori con cui possa identificarsi piuttosto che su lavori davanti ai quali le persone guardano a un mistero che non possono né comprendere né digerire. Per questo qualsiasi medium va bene per qualsiasi idea, se l’artista lo usa nel modo giusto, se conosce le sue qualità e la sua forza naturale.” Attraverso una profonda sensibilità Nasr sviluppa nelle sue opere sempre una raffinata combinazione di istanze politiche o sociali, richiami alla saggezza popolare dei detti e dei proverbi e improvvise aperture poetiche piene d’emozione. “Cerco il punto in cui i condizionamenti che mi arrivano dal mondo esteriore incontrano l’interiorità profonda, diventano mie necessità”.

Luoghi dell’installazione sono il chiuso di una chiesa e l’aperto di una fonte. Nella chiesa di Sant’Agostino l’artista egiziano crea un’installazione, lacrime di cristallo, che scendono dal soffitto a formare piccole pozzanghere trasparenti, metafora visiva di un pianto cosmico che coglie il mondo intero, attraversato da grandi sofferenze, conflitti e miserie. Non piangono soltanto le persone ma anche i luoghi sacri. Miracolosamente le lacrime scendono dall’alto, al centro della chiesa, a rappresentare la trasparenza di un dolore provocato da guerre di religione che rendono i luoghi sacri bersaglio di rovina e distruzione. 

Credits

MOATAZ NASR
Tears, 2004
Progetto per Arte all’Arte 9
Chiesa di Sant’Agostino e Fonte del Casato, Siena
Courtesy Associazione Arte Continua - San Gimignano, Italia