Illuminated Sanctuary of Empty Sins, Nari Ward, 2001

Incastonato nel tipico paesaggio toscano si eleva in tutta la sua necessaria incongruenza un inceneritore tecnologicamente sofisticato.

È questo il luogo scelto da Nari Ward (nato ed educato in Giamaica, ed oggi a New York) per la sua opera, una grande scultura praticabile che ha come base un terrapieno che sorge accanto all’inceneritore e che è in effetti una precedente discarica coperta: copre ciò che è residuo dei nostri consumi, dei nostri bisogni e dei nostri desideri bene o male soddisfatti, e che ora non vogliamo vedere, che abbiamo voluto rimuovere dall’orizzonte del nostro sguardo, pur essendo consapevoli della sua imbarazzante esistenza.

È già questo parte essenziale delle tematiche affrontate da Nari Ward: che cosa la cultura attuale sceglie di conservare e che cosa sceglie di eliminare dalla propria memoria storica, che cosa viene deciso di sacrificare senza alcuna patente di sacralità e attraverso un processo di riduzione del valore e della dignità di ciò che comunque è stato, qual è e in che consiste la tossicità dei residui delle nostre produzioni e dei nostri consumi.

L’opera consiste in un camper con le pareti di alabastro bianco traslucido con il muso deflagrato e sepolto in un ammasso di residui ferrosi prodotti dall’inceneritore.

Al suo interno si dispiega il santuario. Alle pareti sacchetti di teflon, il materiale assolutamente impermeabile usato per contenere i residui tossici dell’inceneritore, come gli ex-voto in una cappella votiva. In mezzo sedili fatti di copertoni d’auto.

Sul fondo l’altare semicircolare in ferro battuto – un omaggio anche questo, insieme all’alabastro, all’artigianato locale -, su cui sono accese innumerevoli candele rosse. Santuario dunque, debitamente orientato in direzione est-ovest, come luogo di sosta e di contemplativa autoriflessione, scena di un rituale senza officianti, ma anche simbolico e dislocato ventre sacrale della macchina distruttrice dei rifiuti, tempio etico dedicato alla mortalità ai suoi processi.

Credits
Nari Ward
Illuminated Sanctuary of Empty Sins, 2001
billboard, Poggibonsi, Arte all’Arte 2001
courtesy Associazione Arte Continua – San Gimignano (SI)
foto Elsa Bialkowska.